Hiv, crescono le infezioni: l’appello di Anlaids a fare il test, anche senza sintomi

Nel 2023, in Italia, le nuove diagnosi di infezione da HIV sono aumentate di quasi il 10% rispetto all’anno precedente, tornando ai livelli pre-pandemici. Lo segnala l’Associazione nazionale per la lotta contro l’Aids (Anlaids) che, nel 40° anniversario dalla sua fondazione, lancia un appello urgente: “Fare il test, anche in assenza di sintomi, è il primo passo per fermare la diffusione del virus”.

Secondo i dati presentati al congresso Icar (Italian conference on Aids and antiviral research), dal 2018 al 2024 l’associazione ha effettuato oltre 11.400 test rapidi in ambito comunitario, individuando un caso positivo ogni 130 esami circa. Tra i test eseguiti su persone al primo screening, la positività è emersa in media ogni 279 test. Si tratta per lo più di test eseguiti fuori dai contesti ospedalieri, presso CheckPoint e presidi Anlaids dislocati sul territorio nazionale.

Il virus colpisce anche chi non si sente a rischio

“Questi numeri dimostrano che il virus continua a circolare anche tra chi non ha sintomi e non si percepisce come a rischio” sottolinea Luca Butini, presidente di Anlaids. “Per intercettare le infezioni sommerse servirebbero almeno 2,5 milioni di test in un anno. È un obiettivo ambizioso ma raggiungibile, che ci avvicinerebbe al traguardo globale posto da Unaids di porre fine all’Aids come minaccia per la salute pubblica entro il 2030”.

Tra le persone testate da Anlaids, infatti, il 43% aveva tra i 18 e i 24 anni, il 28% tra i 25 e i 30. Il 61% si è identificato come eterosessuale, il 34% come omosessuale. Tre persone su quattro erano italiane.

Dati preoccupanti anche a livello europeo

Anche a livello europeo, il trend è in crescita: secondo l’ultimo rapporto dell’Ecdc, nel 2023 sono state registrate 113.000 nuove diagnosi di Hiv in 47 Paesi della regione europea dell’Oms, con un incremento del 2,4% rispetto al 2022.

“In questo contesto è indispensabile un cambio di paradigma: il test deve essere portato dove le persone vivono, lavorano, si curano. Investire nei test rapidi significa abbattere le barriere all’accesso e ridurre le diagnosi tardive. Auspichiamo che il nuovo Piano Nazionale d’Azione per l’HIV, le epatiti e le IST – ora al vaglio della Conferenza Stato-Regioni – preveda risorse dedicate, formazione e campagne di sensibilizzazione per promuovere l’uso esteso dei test in ambito sanitario e comunitario”.

Per il test basta un prelievo di sangue, anche non a digiuno, il risultato in giornata.

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